Rallisti e appassionati di motori ai tempi del Coronavirus. Omar Ruzza: “Se nasci a Torino, non puoi che essere cultore di automobili”
Creatore di database tecnici e sportivi, creatore di un grande evento come il 457 Experience, l’appassionato torinese ha fatto del suo amore per l’auto un impegno pubblico che ha portato alla Palazzina di Caccia di Stupinigi e non solo, un folto gruppo di cultori delle 500 e di vetture torinesi. Testo e foto di Tommaso M. Valinotti (In apertura Omar Ruzza, a destra insieme a Diego D. Testolin, autore del quadro della 500 sullo sfondo e Mirella Rovatti, madrina nel 1957 della Nuova 500)
VOLPIANO (TO) – Non occorre essere rallisti per avere una immensa passione per l’automobile. E finire così nelle pagine di www.kaleidosweb.com. Ne è la dimostrazione Omar Ruzza quarantaquattrenne torinese che della passione per le automobili ne ha fatto una grande ragione di vita.
“Se nasci e vivi a Torino, hai poche possibilità di sfuggire a questo ‘virus’ dell’automobile” afferma oggi Ruzza, precisando subito l’indirizzo che ha preso la sua passione. “Per me la passione dell’automobile si esplicava nella vita di officina, con i suoi odori di olio e la sua arte della meccanica; e come secondo aspetto molto interessante quello della comunicazione nel settore automobilistico”. Cosa del tutto comprensibile, pensando che a Torino c’era uno dei maggiori uffici stampa italiano e non solo del settore automobilistico.
“La mia passione per l’officina mi ha portato a frequentare il Politecnico di Torino seguendo i corsi alla facoltà di Ingegneria Aerospaziale, mentre per quanto riguarda la comunicazione sul finire degli anni Novanta ho seguito un corso di giornalismo indirizzato alla radiocronaca sportiva che aveva molti docenti professionisti del settore, fra i quali Bruno Pizzul”.
Ma la vera passione di Omar Ruzza è mettere assieme più dati possibili sul mondo dell’automobile creando database di grande interesse che descrivono analiticamente il mondo dell’auto.
Ma Omar Ruzza non è solo un appassionato virtuale della cosa automobilistica, ma già all’età di tredici anni si mette al volante, complice il nonno che un giorno gli cede il sedile di guida della sua Citroën Mehari arancione in mezzo ai campi della zona di Bassa Dora a Collegno. Nel frattempo, come gran parte dei bambini, colleziona modellini.
“La FIAT, insieme alla Citroën, è stata una delle più grandi produttrici di modellini in scala delle loro vetture che distribuivano al momento del lancio. Andrè Citroën fu un precursore, ma anche la FIAT fu molto prolifica di modelli promozionali. Casa nostra era frequentata da un amico di famiglia che noi chiamavamo zio Giorgio, anche se zion non era, che una volta andato in pensione comprò un’Ape e comincio a svuotare i magazzini delle aziende, un giorno andò a svuotare un magazzino della Pocher, una delle aziende italiane più prestigiose nell’ambito del modellismo e trovò un promozionale realizzato in occasione del lancio della FIAT 126 e me lo portò in regalo”.
Purtroppo quel prezioso promozionale finì nelle mani di un bambino che non immaginava il valore promozionale di quell’oggetto e si divertì a smontarlo e rimontarlo, cosa che gli riuscì sempre meno fino a quando fu gettato nella spazzatura.
“Io sono un grande appassionato di Formula 1, meno di rally, che ho sempre seguito andando a rimorchio di amici grandi appassionati. Ma la Formula 1 è veramente una mia passione. Il Piemonte è una regione a forte vocazione rallistica, ma non dimentichiamo che il primo campione del mondo di Formula 1 è Nino Farina, un torinese”.
Anche nel settore dei Gran Premi Omar Ruzza si diletta a creare un data base che riporta tutti i dati delle corse della massima serie in pista. “Ho seguito molti Gran Premi a bordo pista, in particolare a Monza, un tracciato dal grande carisma, ma in cui è difficile trovare un punto veramente spettacolare se non via alla prima staccata o alla variante Ascari. Splendida è anche Imola, con i suoi saliscendi che la rendono impegnativa e intrigante, ma il massimo del fascino è Monte-Carlo, con il suo ineguagliabile appeal fatto di motori ruggenti e mondanità. Ha ragione Bernie Ecclestone quando dice che basta il Gran Premio di Monte-Carlo e poco altro per creare il mondiale di Formula 1”.
Puntando lo sguardo verso i piloti, Omar Ruzza è dichiaratamente un fans di Ayrton Senna, che stima come pilota, ma soprattutto come uomo per la sua capacità di comprendere il mondo che lo circonda. “E poi sono un estimatore di Michele Alboreto, che velocisticamente non può essere paragonato a Senna (e quale pilota può ambire a tanto?), ma è stato sicuramente un gran signore delle corse e avrebbe potuto vincere un mondiale se la sorte non si fosse girata contro nella seconda parte della stagione 1985. Michele Alboreto fu capace di appassionare a tal punto Enzo Ferrari che il Drake ritorno sulla decisione che aveva preso di non avere più piloti italiani in squadra”.
Omar Ruzza è inoltre un grande estimatore di Giancarlo Minardi, non solo per quanto è stato capace di realizzare con la squadra di Formula 1, ma per la realizzazione a Imola del Minardi Day, che riporta sulla pista di Imola piloti e tifosi che rivivono quell’atmosfera della Formula 1 prima che venisse blindata da esigenze televisive e si sponsor rendendo i piloti inavvicinabili dagli appassionati.
Negli anni la Citroën Mehari è diventata una FIAT Uno blu scuro, che Omar Ruzza acquista attorno ai vent’anni. “In precedenza guidavo le vetture di famiglia, senza stare a preoccuparmi troppo di avere una vettura mia e solo mia. In passato ho avuto alcune vetture molto belle, come ad esempio una BMW M3 che ritengo veramente il punto di arrivo per le auto sportive senza sconfinare nelle supercar, o addirittura hypercar di oggi che non hanno alcun contatto con la realtà. È un auto di grandissime prestazioni, ma può essere usata quotidianamente ogni giorno per i normali trasferimenti. Ma con la nascita dei figli, la BMW M3 non era più adeguata alle esigenze della mia famiglia, anche se rimpiango sempre di averla venduta”.
Nel frattempo però il desiderio di continuare le ricerche e gli studi in campo automobilistico lo porta a creare Ruzza Torino, il marchio che si occupa di tutte le sue attività di realizzazione eventi e comunicazione in campo automobilistico. Creando un marchio che dichiara subito nel suo logo qual è lo spirito che stanno alla base della sua attività: un ingranaggio che richiude nel suo interno un toro rampante in campo giallo, colore di Torino.
“C’era la necessità di dare una paternità alle cose che facevo, perché nel tempo mi sono trovato scippato di molte mie ricerche” confessa Omar Ruzza, che però non si ferma qui.
“Nel 2017 le mie decennali ricerche sul mondo dell’automobile mi portarono a realizzare un incontro a porte chiuse nella Palazzina di Caccia di Stupinigi fra un ristretto gruppo di possessori 500”. Il palcoscenico di questo incontro non è casuale, perché nei cortili della Palazzina di Caccia di Stupinigi, al riparo da occhi indiscreti, negli anni Cinquanta avvenivano le presentazioni ai dirigenti della casa torinese dei nuovi modelli delle vetture che si stavano avviando verso la produzione. Qui venne plasmata la 500 (quella del 1957), la Seicento, la Multipla e anche la Bianchina.
Quell’incontro piacque ai dirigenti della residenza sabauda e anche agli appassionati della piccola utilitaria torinese, al punto che nel 2018 nacque il 457 Experience che radunava tutti gli appassionati delle piccole torinesi dalla Topolino fino alla 500 del Terzo Millennio. “La 500 venne sviluppata sulle indicazioni che emersero dalle sessioni di presentazione nei cortili di Stupinigi. Era l’erede della Topolino, anche se concettualmente molto diversa essendo spinta da un bicilindrico montato posteriormente invece di un quattro cilindri all’anteriore. Ma entrambe avevano lo scopo di motorizzare gli italiani, offrendo una motorizzazione di massa come poteva esserlo negli anni Trenta la Topolino e negli anni Cinquanta la 500. La piccola del dopoguerra nacque siglata 400 dalla sigla di progetto, poi divenne 450 e infine 500. Per distinguerla dalla Topolino la chiamarono ufficialmente ‘Nuova 500’. Io voluto unire nelle cifre il primo codice di progetto della vettura, 400 all’anno della sua presentazione, il 1957. Aggiungendo Experience, perché ai partecipanti veniva offerta un’esperienza immersiva nei giardini di Stupinigi, al Salone dell’auto del Valentino e per le vie di Torino”.
L’esperienza del 2018 fu un successo e venne ripetuta con successo uguale format nel giugno del 2019, con la partecipazione di tutti modelli della 500 e delle sue derivate, cui fece seguito il Gran Galà Ceirano nell’autunno 2019 che da Stupinigi ha portato i partecipanti sino a Pessione presso la sede dalla Martini&Rossi. Il Gran Galà Ceirano era aperto anche alle altre vetture FIAT, con la partecipazione di numerosi club di modello.
“La 500 non è certo la vettura tecnologicamente più significativa della produzione FIAT, come ad esempio la FIAT Turbina degli anni Cinquanta, ma è sicuramente la vettura della Casa torinese di maggiore impatto emozionale e più conosciuta nel mondo” afferma convinto Omar Ruzza. Che non per nulla possiede un esemplare di FIAT Nuova 500 del 1957, costruita appena poche settimane dopo che fu presentata al grande pubblico.