457 Experience. Giovanni Battista Ceirano e l’elefante Fritz uniscono le vetture torinesi
Raccogliere più vetture torinesi possibile in un raduno che tocca due luoghi simbolo dell’area torinese: la palazzina di caccia di Stupinigi e Casa Martini a Pessione. Best of Show una splendida e rara 1100 TV Pininfarina del 1954 cui va la riproduzione in argento dell’elefante Fritz, l’animale che per 25 anni visse nel serraglio della palazzina di caccia. Testo e foto di Tommaso M. Valinotti
STUPINIGI (TO), 11 ottobre – Ci voleva un’idea. Un’idea che permettesse di trovare un collante fra il variegato mondo delle auto torinesi, Stupinigi e l’incontro autunnale di 457 Experience di Ruzza Torino. La prima idea, a posteriori, è di una semplicità sorprendente (ma non era facile pensarci): intitolare il raduno a Giovanni Battista Ceirano, il vulcanico imprenditore cuneese che per primo costruì un automobile (senza apostrofo perché allora era maschile) a Torino.
Ceirano non ha la popolarità che si merita, a lui non hanno intitolato corsi centrali nelle città piemontesi (preferendo il più delle volte glorificare politici di dubbia moralità) ma è un personaggio fondamentale nella storia industriale italiana. Geniale, rissoso, sanguigno, Giovanni Battista Ceirano fondò una fra le primissime case automobilistiche italiane (la prima la padovana Miari& Giusti), la Accomandita Ceirano (1898), che costruì una delle prime vere automobili realmente funzionanti in Italia, la “Welleyes”, nella prima metà del 1899. Anche se realizzata in un solo esemplare la Welleyes fu la base di partenza per le successive FIAT (nata ufficialmente l’11 luglio 1899). La storia di Giovanni Battista Ceirano e dei suoi fratelli è degna di un avvincente romanzo di avventura, ma è troppo lunga da raccontare qui.
Nel 1827 arrivò nel serraglio della palazzina di caccia di Stupinigi l’elefante Fritz, dono del viceré d’Egitto Mohamed Alì al re di Sardegna Carlo Felice di Savoia. Fritz divenne subito una delle attrazioni del serraglio, capace com’era di ballare a suon di musica. Amato e apprezzato dai torinesi, Fritz condusse una vita serena per 25 anni, fino a quando non uccise il suo nuovo guardiano che lo aveva maltrattato, e fu abbattuto. I suoi resti sono visibili a Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Unendo questi due cardini, Omar Ruzza e il suo staff, hanno portato domenica 6 ottobre a Stupinigi oltre cento vetture, rigorosamente di origine torinese, in rappresentanza di dieci club per poi trasferirle a Pessione nel primo pomeriggio dove si è conclusa la manifestazione con un aperitivo e la premiazione del concorso di eleganza presso Casa Martini.
Best of Show della manifestazione, eletta con una votazione fra tutti i partecipanti al raduno, è stata la Fiat 1100 TV Pinin Farina del 1954 portata da Toni Carastro di Vinovo cui è andato in premio l’elefante d’argento (simbolo di Stupinigi), uno dei 126 esemplari prodotti fra il 1953 (anno in cui venne presentata al Salone di Parigi) e il 1956. Dotata del classico motore di 1089 cm3, la 1100 TV (ovvero Turismo Veloce, come dichiara esplicitamente il logo sulla mascherina) seppe imporsi in numerose competizioni grazie 50 CV del propulsore che la spingevano sino a 155 km/h nelle mani di numerosi piloti provati, fra i quali Umberto Agnelli, felice proprietario di un esemplare.
Se la 1100 TV è stata la regina della manifestazione al Gran Galà Ceirano erano presenti numerosi pezzi interessanti alcuni dei quali particolarmente rari. A cominciare da due Fiat Croma dalla storia particolare. La prima era un esemplare del 1986 assemblata con il V6 PRV (mai montato sulla vettura di serie) e cambio automatico che fu la macchina personale dell’avvocato Gianni Agnelli; la seconda, trasformata in cabriolet, costruita in soli due esemplari nel 1992 e proposta come sostituita delle ormai obsolete 1400/1900 Cabriolet ai taxisti di Capri. Per un’incomprensione non se ne fece nulla, ma lo studio è interessante.
Schierate davanti alla scalinata della palazzina di caccia di Stupinigi hanno fatto bella mostra di sé quattro esemplari di 500 che spaziano in oltre sessant’anni di storia. La prima è un rarissimo esemplare preserie del giugno 1957, prodotta un mese prima che la 500 venisse presentata a pubblico e stampa; la seconda è il primo esemplare elaborato da Giannini, una 500 TV (anche in questo caso Turismo Veloce) del 1963, cui si sono affiancate una replica della Giannini 650 NP del 1968 che dal 1980 fino al 2000 è stata portata in gara da Clito Zanella prima e poi da suo figlio Davide. Un vero mostro elaborata secondo le specifiche del Gruppo 2 che sprigiona 65 CV a 9.000 giri per un peso contenuto in soli 505 Kg. L’orgoglio dell’officina Zanella di Lessolo. E a proposito di mostri non poteva mancare l’ennesima proposta di GRAM Torino Engineering, ovvero la Giannini 350 GP4, una belva con un motore 1400 turbo in grado di erogare oltre 300 CV, 38 Kgm di coppia cambio manuale sei marce ad H, quattro ruote motrici, per scaricare a terra tutta la potenza di una vettura fulminea che con soli 1170 kg di peso può competere in velocita e accelerazione con le più blasonate supercar.
Ovviamente in Casa Martini non poteva mancare una Delta HF nei colori ufficiali, dominatrice dei rally nel decennio fra il 1985 e il 1995, uno splendido esemplare Fiat 2300 S del 1966, una Fiat 127 Sport del 1978 reduce da un restauro maniacale, 124 Sport Coupé, Fiat X 1/9, un paio di esemplari di Topolino, Fiat Ritmo, Fiat 128 nelle varie declinazioni berlina, coupé e 3P, Ferves Ranger, e naturalmente tantissime 500. Dai primi anni sessanta, ai bolidi Abarth dei giorni nostri.